Quasi due milioni di italiani soffrono, a volte senza esserne consapevoli, di fibromialgia. Si tratta di una sindrome muscolo-scheletrica spesso associata al mal di schiena e per questo motivo non riconosciuta o trascurata.
Si tratta di una patologia che colpisce prevalentemente i muscoli e le loro inserzioni con le ossa nell’area della schiena. Molti la confondono con il comune “mal di schiena”, altri con l’artrite o con altre patologie che causano deformità delle strutture articolari. Invece è un disturbo a sé stante, diagnosticato, secondo la definizione dell’Associazione italiana sindrome fibromialgica (AISF), come una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli. Vediamo di cosa si tratta nel concreto e come ci si può accorgere di soffrirne. Il sintomo più frequente della fibromialgia è il dolore, in particolare a livello delle vertebre cervicali o delle spalle. Per questa ragione può essere definito, superficialmente, come un mal di schiena. Tuttavia il dolore si può diffondere anche in altre aree del busto. Circa il 90% dei pazienti affetti da fibromialgia segnala anche un generale senso di affaticamento e spossamento, definito come astenia, tanto che in alcuni casi può capitare che vengano diagnosticate, contemporaneamente, sia la sindrome fibromialgica che quella da affaticamente cronico. Infine, si ritiene che esista un collegamento tra fibromialgia e alcune forme di ansia e depressione. I sintomi della fibromialgia più diffusi, secondo quanto rilevato dall’AISF, sono i disturbi del sonno (poco profondo e non ristoratore), cefalea muscolotensiva o emicranica, sensazione di stanchezza (astenia), rigidità mattutina (specie al collo e alle spalle), colon irritabile, (stipsi e/o diarrea), parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture), bruciore durante la minzione, sensazione di gonfiore alle mani, dolori al torace, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, disturbi della sfera affettiva (ansia e/o depressione).
Ed accordo raggiunto in XII Commissione alla Camera su un testo unificato frutto di diverse risoluzioni, presentate da gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione, che impegnano il Governo ad includere la patologia nell’elenco delle malattie croniche di rilevante impatto sociale e sanitario e che devono rientrare nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Grande soddisfazione è stata espressa da Egidio Riva e Serafina Cracchiolo, rispettivamente vicepresidente AISF ONLUS e Vicepresidente di CFU Italia. Si tratta delle associazione che lo scorso 12 ottobre hanno inviato la richiesta di inserimento nei LEA, il Consensus Document e un PDTA direttamente al Consiglio Superiore di Sanità e presentato la stessa documentazione in udienza in XII Commissione alla Camera. Il documento medico-scientifico di condivisione degli intenti è stato sottoscritto da SIR (Società Italiana di Reumatologia), AISD (Associazione Italiana per lo Studio del Dolore), CReI (Collegio Reumatologi Italiani), e poi da AISF ONLUS (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica), CFU-Italia (Comitato Fibromialgici Uniti). Il testo unificato, approvato sulla base delle risoluzioni presentate dai gruppi di maggioranza ed opposizione e della documentazione presentata da noi, è un passo importante verso il riconoscimento che può dare finalmente dignità a 3 milioni di italiani affetti da questa malattia.
Ecco lo spot AISF sulla fibromialgia: