di Diego ACQUISTO
Quello di Favara forse è l’unico Consiglio Pastorale Cittadino (CPC) che in tutto il vasto territorio della nostra arcidiocesi agrigentina che comprende ben 43 Comuni, può vantare oltre quattro lustri di vita e di feconda attività.
E ne parliamo adesso perché, proprio qualche giorno fa, nel giorno di S. Valentino, la riunione convocata dall’arciprete nonché vicario foraneo don Giuseppe D’Oriente (che a norma del diritto è istituzionalmente il presidente) – dopo alcuni mesi di laboriosa gestazione, ha prodotto esito positivo, eleggendo a larga maggioranza nel ballottaggio, il coordinatore nella persona di Sutera Sardo Salvatore, sino ad ora responsabile dell’area Sichem e Lorena Dulcetta come segretaria. Così il direttivo, a cui bisogna
aggiungere il tesoriere da tempo in carica Lillo Montaperto, risulta finalmente al completo; anzi strutturalmente rafforzato perché in assemblea è stato deciso di aggiungere come vice-coordinatore Franco Sciortino, largamente votato, subito dopo l’eletto.
Così con il CPC, organismo di corresponsabilità che riunisce i rappresentanti delle nove Parrocchie, dei vari Gruppi e Movimenti che operano in città, la Comunità Ecclesiale, riconosce ufficialmente il ruolo di responsabilità dei laici nei diversi ambiti della pastorale, da quello liturgico con l’Area Sichem, a quello della solidarietà con l’Area Madre Teresa, a quello della famiglie e delle problematiche educative con l’Area Mambre, alla Pastorale Giovanile guidata da un’apposita Consulta, all’Area P.Puglisi per le problematiche sociali, politiche e della legalità. Un’Area quest’ultima questa dedicata al beato P. Puglisi che è da tempo animata da Gaetano Scorsone, che nell’ultima riunione ha diffuso un pregevole dossier, ricco di spinti di riflessioni e spiritualità. Con una raccolta
di Preghiere spontanee offerte dalle varie componenti della comunità cittadina in occasione della Veglia di Preghiera del 9 maggio scorso, presso la Chiesa S. Antonio dei Frati francescani, ed inserita nell’VIII Edizione della Settimana della Legalità, che si è svolta a Favara dal 7 al 13 maggio 2016.
Insomma come tante volte ha avuto modo di dire anche Papa Francesco, a Favara la Chiesa non è e non vuole essere “proprietà” dei preti, né il prete o almeno solo il prete deve dire quello che si deve fare… e soprattutto quello che i laici devono fare e dire nei diversi ambiti della vita socio-ecclesiale e politica, … dove soprattutto in quest’ultimo campo, il loro ruolo appare davvero esclusivo ed essenziale.
Certamente è tutto un campo anche delicato, dove talvolta non può mancare di incontrare qualche difficoltà da mettere in conto, per trovare il giusto equilibrio nel rapporto prete-laico….. in questo ventennio del CPC il buon senso e la retta
intenzione si sono trovati sempre, come pure il modo di non commettere errori in un senso o nell’altro.
Ognuno deve restare nel suo ruolo, sia il prete il cui compito è quello di evangelizzare, sia il laico, la cui vocazione specifica è quella di santificare le realtà temporali, dove quindi egli deve impegnare la sua speranza cristiana alla luce dei valori evangelici di carità e giustizia .
E ciò in tutte quelle situazioni dove, come insegna la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) il laico cristiano deve profondere tutti i suoi doni e la sua creatività. E dove il clericalismo risulta proprio umanamente controindicato; non solo perché spesso non può vedere e valutare correttamente dal di dentro la situazione, ….ma , perché tendenzialmente potrebbe sentirsi preoccupato a conquistare e dominare spazi, … anziché dal vivo delle situazioni generare processi benefici a vantaggio del bene comune.
Diego ACQUISTO