“In quanto consigliere comunale, oltre ad essere vincolato al rispetto delle leggi e dei doveri di servizio assunti con il giuramento di fedeltà alla Costituzione, era tenuto ad assolvere l’incarico pubblico ricoperto con fedeltà ed onore”. Invece, scrive il Gds, Giuseppe De Francisci, 35 anni, allora esponente del Mpa, aveva preso di mira il presunto rivale in amore, titolare di un panificio, minacciandolo di fargli chiudere l’attività e facendo eseguire nel suo locale ispezioni da parte della polizia municipale, dell’Asp e dell’Ispettorato del lavoro. Ora, dopo la condanna penale, per De Francisci arriva anche la condanna della Corte dei conti che lo ha ritenuto responsabile del danno all’immagine dell’amministrazione comunale e del danno da disservizio nei confronti degli enti coinvolti. La Sezione giurisdizionale ha così deciso che dovrà versare 11 mila euro al Comune e 500 euro ciascuno ad Asp e Ispettorato. Per lui il pm contabile aveva chiesto la condanna a 27.300 euro per il danno all’immagine (cifra corrispondente al 60% della pena alla quale era stato condannato in sede penale) e 3.024 euro (pari ai gettoni di presenza percepiti) per il danno da disservizio: 1.512 euro per il Comune e 756 ciascuno per Asp e Ispettorato del lavoro.