A seguito della vicenda che ha visto coinvolto l’imprenditore agrigentino Fabrizio La Gaipa, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di estorsione ai danni dei dipendenti, saranno più intensificati i controlli. Saranno passate a setaccio diverse aziende, dal commercio all’edilizia, dall’agricoltura al settore turistico-alberghiero. Grande contributo viene dato anche dagli stessi lavoratori che denunciano, alle forze dell’ordine e all’Ispettorato del Lavoro, i propri datori perchè costretti a lavorare in nero oppure sottopagati. Ma cosa pensa il sindacato in merito? Come si pone nei confronti del lavoratore e delle aziende? Abbiamo voluto sentire il parere di Maurizio Saia, Segretario della Cisl di Agrigento.
–Alla luce della recente vicenda di La Gaipa, qual e’ la posizione del sindacato ? Si puo’ parlare di un “quadro generale preoccupante”, in provincia, in termini di sfruttamento nei luoghi di lavoro?
“La vicenda che ha visto coinvolto l’imprenditore agrigentino La Gaipa, ha risvolti anche penali visto che si parla di una presunta estorsione nei confronti di lavoratori dipendenti, a cui veniva imposta una retribuzione che eludeva il Contratto Collettivo Nazionale. È un malcostume frequente nella nostra realtà che non sempre è legato ad una difficoltà oggettiva di crisi aziendale, ma si manifesta sempre più spesso a causa di un modello culturale che rappresenta una manifestazione di violenza dove il più debole soccombe. Queste pratiche costantemente denunciate, riguardano sempre più spesso aziende che hanno bilanci solidi e non soffrono la crisi. La Persona , il rispetto del lavoro e del lavoratore devono tornare ad essere un valore per la nostra società e per le imprese, che hanno grandi responsabilità sociali ed economiche. Lo sviluppo del territorio riparte anche dal ruolo sociale che le imprese sono chiamate a svolgere, sopratutto nei periodi di crisi. Chiediamo, alle aziende di aprirsi alle relazioni sindacali che sempre più spesso facilitano i rapporti con i lavoratori e migliorano la produttività”.
-In diversi, dopo aver appreso notizie negative sul trattamento dei dipendenti nei luoghi di lavoro, puntano il dito anche sui sindacati accusandoli di non vigilare. Quale potrebbe essere la risposta a simili “accuse” ?
“Puntare il dito sul sindacato è la solita pratica qualunquista di moda negli ultimi anni. Mi permetta una considerazione: fatti come questi accadono quasi esclusivamente laddove il sindacato non ha rappresentanza. La vigilanza spetta ad altri, non possiamo sostituirci alle Istituzioni”.
– Qual e’ l’appello del sindacato ai lavoratori che non ricevono il giusto trattamento per legge?
“Un appello vogliamo farlo, il sindacato è un soggetto intermedio, che contratta il benessere lavorativo nei luoghi di lavoro, dall’esigibilità dei CCNL alla sicurezza, pertanto ai tanti lavoratori di questa provincia, ai tanti che ancora hanno il timore di avvicinarsi al sindacato chiediamo di non avere paura di ritorsioni e di non nascondersi dietro l’anonimato quando devono denunciare irregolarità, spesso l’intervento del sindacato è risolutivo dei conflitti che nascono nel rapporto di lavoro”.