Definitiva la pena di 8 mesi di reclusione per l’ex parlamentare Vincenzo Lo Giudice
CANICATTI’. La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa, affidata all’avvocato Enrico Quattrocchi, e ha reso definitiva la pena di otto mesi di reclusione per l’accusa di violazione della sorveglianza speciale nei confronti dell’ex deputato ed assessore regionale e sindaco di Canicattì, Vincenzo Lo Giudice. Personaggio di spicco dell’inchiesta “Alta mafia”, è stato riconosciuto colpevole di avere violato gli obblighi a cui sono sottoposte le persone ritenute “socialmente pericolose”. Il settantottenne, ai primi di luglio del 2013, era tornato libero dopo avere scontato una condanna a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta che ipotizzava un complesso intreccio affaristico e mafioso in cui l’ex uomo di punta dell’Udc in Sicilia avrebbe avuto un ruolo di primo piano.
Ma doveva attenersi a delle disposizioni in materia di sorveglianza speciale. In occasione dei festeggiamenti per l’ex arciprete di Canicattì che si erano svolti in municipio, Lo Giudice aveva partecipato all’evento ma i poliziotti hanno segnalato la su “presenza” al magistrato di sorveglianza. E’ stato denunciato, processato e adesso condannato in via definitiva.
I giudici lo avevano riconosciuto colpevole di avere fatto parte di Cosa Nostra e in particolare di essere stato un punto di riferimento per la gestione di appalti e denaro pubblico attraverso i suoi incarichi istituzionali. L’operazione, scattata il 29 marzo del 2004, fu un vero e proprio terremoto che coinvolse tre province ed ebbe come epicentro Canicattì.