PORTO EMPEDOCLE. Ha patteggiato un anno di reclusione, pena sospesa, l’empedoclino di 19 anni, Salvatore Galante accusato di atti sessuali con minorenne. Il giovane era finito nei guai con l’accusa di avere indotto una ragazzina di dodici anni a praticare autoerotismo e poi fotografarsi e inviargli gli screenshot dello smartphone tramite whatsapp. Per il pubblico ministero Salvatore Vella, pur non essendoci stato alcun contatto fisico fra i due, la circostanza di averla indotta a masturbarsi equivale all’aver compiuto il reato. La ragazzina, legalmente assistita dai suoi genitori e difesa dall’avvocato Serena Gramaglia, si è costituita parte civile. La complessa e delicata vicenda risale ai mesi scorsi e, in particolare, al periodo compreso fra l’ottobre e il dicembre del 2017. Il difensore del ragazzo, l’avvocato Davide Casà, aveva anticipato la possibilità di chiedere un rito alternativo quale il giudizio abbreviato o il patteggiamento. Dopo un rinvio, il giovane empedoclino ha deciso di patteggiare la pena. Agli atti dell’inchiesta ci sono numerosi screenshot, vale a dire foto dello schermo, relative a una chat di whatsapp. L’indagine è partita dalla denuncia della madre della ragazza che, una sera, si è accorta che la figlia smanettava col telefonino in maniera sospetta e le ha chiesto cosa stesse facendo. Una volta visto lo smartphone la donna si è accorta che aveva inviato delle foto molto intime all’amico. Le immagini la immortalavano mentre praticava autoerotismo ed erano accompagnate da messaggi di natura inequivocabile con cui, in sostanza, Galante l’avrebbe istigata sia a compiere gli atti sessuali che ad inviarle le foto. La madre della ragazzina avvisò subito la polizia temendo anche che il ragazzo avrebbe potuto diffondere le immagini e farle girare sul web o ad amici comuni. Gli agenti, coordinati dalla Procura, sono andati a perquisire la sua abitazione e hanno prelevato pc e smartphone. In effetti dal controllo dei flussi telematici non è emersa alcuna diffusione del materiale fotografico che avrebbe fatto scattare anche altre imputazioni. Il Pm Salvatore Vella ha però ritenuto che questa condotta integri a tutti gli effetti il reato di atti sessuali con minorenni e ha concluso l’inchiesta chiedendo il rinvio a giudizio. La vicenda è approdata in aula per il processo. E adesso il patteggiamento ad una pena ad un anno di reclusione che sarà comunque subordinata ad un risarcimento del danno, visto che i tutori della ragazzina si sono costituiti parte civile.