NARO. Ci sarebbero continue liti, dovute a problemi di vicinato tra due famiglie di romeni, alla base dell’ennesimo omicidio che si registra nell’Agrigentino. Ieri la tragedia a Naro. Alle prime luci dell’alba, nel quartiere di Sant’Erasmo in via Donnaligara. Constantin Pinau, 36 anni è stato ucciso a colpi di zappa. Pare che l’uomo, dopo essere rientrato da una festa per un battesimo si sia incontrato con il suo carnefice, Vasile Lupascu, 34 anni, il quale spalleggiato dalla moglie e da uno dei figli, si sarebbe scaraventato contro Pinau.
FOTO SANDRO CATANESE
Ne sarebbe nata una colluttazione violenta, durante la quale sono stati usati bastoni e coltelli. Nella colluttazione pare che Lupascu sia stato ferito lievemente con un coltello ed avrebbe reagito sferrando un colpo con una zappa alla testa di Pinau. L’uomo ferito alla testa è stato trasferito, in ambulanza col 118 all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì dove è morto attorno alle 9. Troppo profonda la ferita alla testa riportata da Pinau che dunque si è rivelata mortale.
Immediate le indagini dei carabinieri della stazione di Naro, che coordinati dalla Procura della Repubblica di Agrigento e dal comando provinciale, oltre che dalla compagnia di Licata, sono riusciti ad identificare e bloccare tre degli aggressori che nel frattempo si stavano recando a Caltanissetta, all’ospedale Sant’Elia per farsi medicare. I tre fermati, che dovranno rispondere di omicidio volontario sono padre, madre e figlio. Oltre a Vasile Lupascu, infatti è al vaglio degli inquirenti la posizione della moglie, Anisoara Lupascu ed il figlio Vasile Vlad.
Immediato è scattato il piano di ricerca dei tre che sono stati quindi raggiunti a Caltanissetta e trasferiti in caserma a Naro dove il sostituto procuratore di turno li ha interrogati. La posizione più delicata è quella di Vasile Lupascu, che è stato trasferito al carcere di contrada Petrusa ad Agrigento. Mentre per gli altri due congiunti si attende la decisione del Giudice per le indagini preliminari. Nulla trapela sulle motivazioni che hanno fatto scoppiare l’ennesima lite tra la famiglia Lupascu e la vittima, Constantin Pinau. Pare che non sia stata la prima e che tra le due famiglie non corresse buon sangue, tanto che in alcune occasioni i contendenti si erano denunciati tra di loro. Cosa abbia però fatto scattare la furia omicida di Lupascu, spalleggiato dai propri familiari, al momento non è dato sapere. Le indagini sono meticolose ed i militari dell’arma non stanno tralasciando nessun aspetto. Un omicidio che ha sconvolto la quiete del piccolo centro agrigentino dove vivono numerosi esponenti della comunità romena, impiegati come braccianti agricoli.
Il sindaco Lillo Cremona, che si è immediatamente attivato per quanto riguarda le procedure relative all’assistenza sociale per gli altri figli della famiglia Lupascu. “La notizia – ha detto Cremona, che è un medico e da 4 anni amministra Naro – ci ha colpiti in maniera grave perché questo è un paesino dove vivono persone perbene e dove molti stranieri sono perfettamente integrati. Non eravamo a conoscenza di contrasti che potevano esserci tra le due famiglie altrimenti avremmo cercato di fare qualcosa. Ci rattrista il fatto che questa piccola realtà possa essere dipinta come un centro dove il crimine dilaga, perché si è trattato di un episodio che seppur grave è un fatto isolato”.
E se a Naro è il primo caso, non si può dire diversamente per Favara e Palma di Montechiaro, dove “far west” in versione agrigentina sta preoccupando la Procura. Tanto da spingere il Procuratore capo, Luigi Patronaggio a scendere in campo con una dichiarazione forte: “Non saranno tollerati episodi di giustizia fai da te – ha detto il capo della Procura durante una conferenza stampa indetta per far luce su un altro omicidio, che si è registrato lunedì scorso. A Favara, un anziano, Vincenzo Galiano, 79 anni ha sparato ed ucciso Baldassare Contrino, 73 anni con il quale aveva avuto dei dissidi. Un mese fa, invece a Palma di Montechiaro, si sono affrontati a colpi di pistolettate due famiglie che volevano farsi giustizia da se. E per poco non c’è scappato il morto.