CAMPOBELLO. Quattro anni e otto mesi di reclusione e quattro anni di interdizione dai pubblici uffici: questa la sentenza del gup di Agrigento, Francesco Provenzano, che – dopo avere ordinato all’udienza precedente un supplemento istruttorio e sentito in aula una delle vittime – ha condannato l’ex dirigente dell’ufficio Ambiente del Comune di Campobello di Licata, Giuseppe Nigro, per l’accusa di concussione. La pena inflitta è la stessa chiesta dal pubblico ministero Paola Vetro.
Nigro, 49 anni, era agli arresti domiciliari dal settembre del 2017, quando cioè venne arrestato assieme ad un dipendente dello stesso ufficio, Francesco La Mendola (che ha chiesto di patteggiare la pena), autore di un taglieggiamento nei confronti dei titolari della ditta Omnia Srl di Licata, ai quali era stato chiesto il pagamento di una tangente da 3 mila euro per sbloccare il pagamento di una fattura da 8 mila euro per lavori di bonifica ambientale che l’impresa licatese aveva eseguito per conto del Comune di Campobello.
In flagranza di reato, i carabinieri arrestarono Francesco La Mendola, ripreso con la mazzetta da 3.000 euro da una telecamera nascosta sistemata nell’ufficio dei titolari della Omnia e fermato all’uscita del cantiere. In quella occasione, il dipendente comunale, che è stato licenziato, ha sostenuto che la mazzetta avrebbe dovuto spartirsela con Nigro, chiamandolo direttamente in causa. E se La Mendola accusa Nigro, quest’ultimo scarica La Mendola. Interrogato dal Gip, Alfonso Malato, il dirigente comunale non ha esitato a definire millantatore il suo sottoposto negando ogni coinvolgimento con la vicenda tangentizia.
Nelle scorse settimane Francesco La Mendola, 48 anni, il funzionario che materialmente, secondo quanto è stato immortalato nelle immagini, avrebbe riscosso la tangente, ha patteggiato due anni e otto mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici.