L’Italia non è un paese per giovani, parafrasando il titolo di un noto film dei fratelli Coen, e ancor meno attenta ai bisogni dei giovani è la nostra Sicilia e della sua burocrazia che, secondo le accuse della Coldiretti, sta “uccidendo” le iniziative imprenditoriali che proprio gli under 35 stanno tentando di avviare.
Manifestazione il 28 giugno a Palermo
Una situazione, questa, che da tempo è sotto la lente di osservazione dell’associazione anche a livello nazionale, come testimoniano diversi interventi in materia sia del presidente Moncalvo che del segretario Vincenzo Gesmundo, che hanno espresso in maniera chiara la posizione della Coldiretti sui rischi della eccesiva burocrazia che affligge l’Italia. Ora la questione si sposta anche sul locale, perché le varie diramazioni siciliane, compresa la sezione provinciale di Agrigento, hanno deciso di organizzare una manifestazione di protesta contro i ritardi nell’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale.
Iniziativa a tutela dei giovani imprenditori agricoli
Ad annunciare l’iniziativa è il presidente regionale di Coldiretti, Francesco Ferreri, che ha comunicato la decisione assunta dal Consiglio di Coldiretti Sicilia e invitato a una grande manifestazione di piazza a Palermo per il prossimo 28 giugno, per protestare contro una “burocrazia sta uccidendo le iniziative imprenditoriali dei giovani” e, in particolare, contro “la lentezza con cui vengono emanati e analizzati i bandi del PSR“, che viene definita estenuante.
Cinquemila giovani in attesa per il PSR
Questa è una delle azioni che lo stesso Consiglio ha deciso di intraprendere sulla base dell’analisi strutturale dell’agricoltura regionale, che ha portato alla individuazione di alcune situazioni particolarmente complesse. Il primo nodo critico riguarda proprio quello del PSR, perché secondo le rilevazioni dell’associazione ci sono “circa 5.000 giovani che hanno presentato la richiesta di insediamento che aspettano ancora di sapere se potranno o no avviare la propria azienda”.
Ritardi anche in altri ambiti
Ma sul banco ci sono anche altri temi delicati che hanno spinto la più grande organizzazione agricola d’Italia a scendere in piazza; ad esempio, la misura relativa al sostegno agli investimenti alle aziende agricole (misura 4.1), il cui iter è iniziato nel 2016 con la pubblicazione del bando ma che ad oggi conta solo su una graduatoria provvisoria, e che blocca “altri 100 milioni di euro messi a bando”, che “rimangono parcheggiati”.
Una burocrazia inefficiente
L’inefficienza della macchina burocratica, secondo le accuse di Coldiretti Sicilia, “riguarda anche la misura 11 (agricoltura biologica) con una dotazione finanziaria iniziale di 417 milioni”, perché allo stato attuale il bando avviato nel 2015 ha consentito di pagare circa il 50 per cento dei produttori, che però hanno ricevuto sola la prima annualità, quella relativa allo stesso 2015. “In sostanza, non sono stati dati neanche i tutti i soldi del cosiddetto trascinamento e cioè quelli spettanti per gli anni scorsi”, dice Ferreri nella nota, e nel frattempo “si rimpallano le responsabilità tra Regione e Agea”.
Cercare risposte concrete
La manifestazione del 28 giugno intende anche sollevare altri interrogativi, che riguardano ad esempio la concertazione su altri temi emergenti del settore, come l’Ocm vino o l’acqua erogata dai Consorzi di Bonifica, che in regione “ha raggiunto un prezzo così elevato da far impallidire anche i gioiellieri”. In conclusione, il presidente di Coldiretti Sicilia ha dichiarato che “non è possibile che in tanti anni nessuno sia riuscito a riordinare il sistema, così come nulla si sa del piano antincendi, visto anche che il fuoco è già divampato in tanti parti della Sicilia. Per questo abbiamo detto basta, bisogna accelerare tutto e dare risposte concrete“.