CANICATTI’. Il giudice ha deciso: il 18 ottobre davanti alla prima sezione penale del tribunale di Agrigento dovrà comparire, per essere giudicato, Gianluca Scaccia, il trentatreenne di Canicattì fermato il 26 giugno dell’anno scorso per l’accusa di tentato omicidio, a sparare al trentunenne Vincenzo Curto, ex marito della sua nuova compagna.
Nella tarda mattinata il gup del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha disposto il rinvio a giudizio, come chiesto dal pubblico ministero Alessandra Russo. Scaccia, durante l’interrogatorio di convalida, si era avvalso della facoltà di non rispondere ma aveva rilasciato delle dichiarazioni spontanee con cui, si discolpava dicendo che non era stato lui a sparare all’indirizzo dell’ex marito della propria compagna, colpito alla gamba e al torace. Su questa tesi ha insistito anche il suo difensore, l’avvocato Angela Porcello, che aveva sollecitato il gup ad emettere una sentenza di non luogo a procedere.
“Le dichiarazioni della vittima non sono attendibili, Scaccia non aveva alcun motivo per sparare a Curto”. Nelle scorse settimane il gip Alfonso Malato ha disposto la sostituzione della misura cautelare su richiesta del difensore, l’avvocato Angela Porcello. Il legale aveva sostenuto che le esigenze cautelari potessero essere salvaguardate in maniera diversa “anche in considerazione del fatto che la presunta vittima non risiede più a Canicattì”. la decisione, comunque, non ha effetti pratici perchè, nelle scorse settimane, è diventata definitiva la condanna a un anno di reclusione per alcuni episodi precedenti di violazione delle misure di prevenzione.