CANICATTI’. La Cassazione ha confermato la misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di tre anni, disposta nei confronti di Angelo Di Bella. La misura di prevenzione di carattere personale, ma anche patrimoniale, conseguivano, secondo l’accusa, all’appartenenza di Angelo Di Bella a Cosa nostra di Canicattì. Confiscati definitivamente allo stesso imprenditore anche il 10% del capitale sociale di un centro commerciale e di una impresa edile, per un valore di alcuni milioni di euro. I beni erano appartenenti ad Angelo Di Bella, o a lui riconducibili. I beni confiscati sono solo una minima parte di un patrimonio più vasto che era stato sequestrato dal Tribunale di Agrigento e in buona parte restituito al Di Bella da sentenza della Corte d’Appello che aveva annullato in buona sostanza la decisione di primo grado.