Filumena Marturano, applausi a scena aperta per la celebre commedia di Eduardo De Filippo, con la regia di Liliana Cavani e l’interpretazione dei bravissimi Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses. La “Filumena Marturano” piace al pubblico perché è capace di ottenere ciò che vuole senza avere paura, c’è una Filumena in ognuno di noi, quando combattiamo per ciò che desideriamo, quando non vogliamo arrenderci agli scherzi del destino.
-di Calogero Longo-Lo scorso fine settimana è andata in scena una delle opere più amate, apprezzata e conosciute di Eduardo De Filippo, sia in Italia che all’Estero, sia dal pubblico che dalla critica, messa in scena per la prima volta al Politeama di Napoli il 7 novembre dello stesso anno. Nello scorso fine settimana al Teatro Pirandello di Agrigento è stata messa in scena “Filumena Marturano” al suo secondo e attesissimo appuntamento.
Filumena Marturano – De Filippo e la crisi della famiglia borghese
I protagonisti di questa commedia sono: Domenico Soriano, detto Mimì, uomo ricco sulla cinquantina, spirito libero che si diverte a fare il don Giovanni; Filumena Marturano, donna dal gran temperamento, ex prostituta di quarantotto anni, innamorata pazzamente dell’uomo che vive con lei da 25 anni. Filumena gestisce la casa e le rendite di Don Domenico (Mimì) Soriano come una vera e propria moglie, ma in realtà è da quest’ultimo considerata solo una serva; i tre figli di Filumena che sono all’oscuro di tutto.
Filumena Marturano, per convincere Don Mimì, vero don Giovanni incallito che continuava, pur invecchiato, a correre dietro alle donne, ad abbandonare la sua vita dissoluta, si finge in punto di morte. Il medico conferma la gravità della malattia e l’imminente morte di Filumena,cosicchè Domenico, credendola in fin di vita, decide di sposarla. Il prete celebra le sue nozze in extremis con la morente. Quando però Mimì scopre che l’agonia di Filumena è stata un raggiro, si rivolge furente a un avvocato, che inesorabilmente spiega a Filumena l’inutilità del suo stratagemma perché un matrimonio contratto con l’inganno non può essere valido. Domenico crede che tutta quella finzione dovesse servire solo per ottenere denaro, ma Filumena prende coraggio e gli annuncia per la prima volta il motivo della sua azione.
“È un’altra cosa che voglio da te”, e gli confessa che ha tre figli che non la conoscono neppure come propria madre, ma che lei ha cresciuto sottraendo a Mimì regolarmente piccole somme di denaro. Domenico è allibito quando Filumena gli rivela che uno dei tre è figlio di lui stesso. Inizialmente non le crede, ma Filumena gli ricorda di quando una notte lui, Domenico, aveva spento la luce e le aveva sussurrato:“Filume’, facimm’ avvedé ca ce vulimmo bene”e andando via le aveva dato, come sempre, cento lire. Filumena che da allora non aveva incontrato più altri uomini, gli rivela di aver conservato il denaro di quella notte sulla quale aveva segnato la data del concepimento del (comune) figlio e gliene ridà una metà (la parte senza la scritta della data, perché lui non possa risalire all’identità di suo figlio “…perché i figli non si pagano“. Filumena decide, quindi, di rivelare ai giovani di essere la loro madre e fa conoscere loro Don Mimì, il quale cerca inutilmente di scoprire quale dei tre possa essere figlio suo. Ma Filumena non glielo dirà mai perché sa che don Mimì dedicherebbe solo a lui le sue attenzioni, favorendolo a svantaggio degli altri due. Quindi, se don Mimì vuole essere padre di suo figlio, lo dovrà essere per tutti e tre indistintamente. Perché “i figli sono tutti uguali“. La fermezza e la profondità del carattere di Filumena, alla fine, lo convincono: Mimì accetta di sposarla e di riconoscere i giovani come suoi figli, commuovendosi quando, nell’accompagnare i coniugi in chiesa, questi ad un tratto lo chiamano per la prima volta: “papà”.
Filumena Marturano – Capolavoro della commedia italiana
Filumena Marturano è uno tra i personaggi più belli e complessi della storia del teatro, che difende l’amore per il suo uomo e per i suoi figli e cerca in tutti i modi di costruire un nucleo familiare. Il pubblico ha accolto lo spettacolo con applausi interminabili. Per la critica, una Filumena commovente e monumentale che la regia tramuta in una grande sceneggiatura tra cinema e teatro di straordinaria attualità.
Si tratta di una commedia teatrale in tre atti scritta da De Filippo nel 1946 in soli dodici giorni. Nel 1951 lo stesso autore realizzò il film da lui diretto e interpretato sempre al fianco di sua sorella Titina. Ma dato il grande successo che suscitò questa commedia nel 1964, Vittorio De Sica ne trasse il film Matrimonio all’italiana, interpretato da Sofia Loren e Marcello Mastroianni.
Due attori che hanno saputo incantare per tutti e tre gli atti il pubblico. La regia dello spettacolo è stata curata dalla più grande regista italiana e donna di cinema nel panorama internazionale, Liliana Cavani, che con questo allestimento debutta nella Prosa. Importante anche il cast che ha animato le scene con: Nunzia Schiano, Mimmo Mignemi, Ylenia Oliviero, Elisabetta Mirra, Agostino Pannone, Gregorio De Paola, Adriano Falivene e Fabio Pappacena. Scene e costumi Raimonda Gaetani. Musiche Teho Teardo.
Prossimo appuntamento nel salotto più bello di Agrigento 9-10 dicembre 2017 con “MEDEA” di Euripide, con Franco Branciaroli e con la regia di Luca Ronconi.
Calogero Longo