La Cassazione, alla quale si sono rivolti i suoi difensori Giovanni Castronovo e Giovanni Aricò, dispone un nuovo passaggio al tribunale del riesame per decidere l’eventuale scarcerazione di Domenico Maniscalco, 52 anni, di Sciacca, finito in carcere il 22 gennaio nell’operazione antimafia “Montagna” che delinea la geografia delle nuove famiglie di un ampio versante della provincia.
II gip di Palermo, Filippo Serio, ne aveva disposto l’arresto per associazione mafiosa ma non per le due ipotesi di estorsione e tentata estorsione ai danni delle imprese Ferrara srl e Linera costruzioni che operano entrambe nel settore dell’edilizia: per questi due fatti, contestati dalla Dda, il gip non ha ritenuto sufficienti i gravi indizi di colpevolezza a suo carico. Secondo il gip, invece, Maniscalco sarebbe stato un appartenente alla famiglia mafiosa di Sciacca, “per essersi messo a totale disposizione dell’organizzazione, mantenendo i contatti e partecipando a numerosi incontri e riunioni con altri membri dell’organizzazione, in particolare – si legge sempre negli atti dell’inchiesta – delle famiglie mafiose della provincia di Agrigento, tra le quali quelle di Favara, Cammarata, San Giovani Gemini e con quelli della famiglia di Polizzi Generosa – Castellana, ricevendone i benefici economici”.
L’ordinanza era stata confermata dal tribunale del riesame e adesso la Cassazione l’ha annullata, con rinvio, ad un’altra sezione del riesame.