Era ricercato da oltre tre mesi ma gli investigatori del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Agrigento gli stavano col fiato sul collo sin dal primo momento e dopo intense ricerche lo hanno localizzato, segnalando la sua posizione alle autorità di polizia belghe.
Oggi all’aeroporto di Roma Fiumicino, Daniele Fragapane, ha trovato ad attenderlo proprio i Carabinieri del Reparto Operativo di Agrigento, che gli hanno fatto scattare le manette ai polsi, notificandogli l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere relativa all’operazione “Montagna”. È finita così, la sua vita apparentemente tranquilla in un piccolo paese a circa 45 km da Bruxelles. I Carabinieri di fatto non lo avevano mai perso d’occhio sin dal 22 gennaio scorso, quando durante un imponente blitz antimafia, ordinato dalla Dda di Palermo, furono arrestate 58 persone ma lui in quella occasione non fu rintracciato, in quanto già all’estero. Il 32 enne era ricercato poiché destinatario di un’Ordinanza di Custodia Cautelare con l’accusa di “Associazione di tipo mafioso armata” e “Tentata estorsione”,quale appartenente alla “famiglia” di Santa Elisabetta, con il ruolo di consigliere di Francesco Fragapane, ritenuto capo del neo costituito mandamento della “Montagna”. A lui venne affidato l’incarico di sostituire il cugino Francesco, che stava scontando una precedente condanna e presto sarebbe diventato, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, una delle figure di primo piano della mafia agrigentina seguendo le orme del padre Salvatore.
Daniele Fragapane sarebbe persino tornato dal Belgio per gestire le vicende di Cosa nostra in un periodo particolarmente delicato: in quei mesi, infatti, era stato destituito il favarese Giuseppe Quaranta, che dopo l’arresto del 22 gennaio si è pentito. Lo stesso Quaranta, infatti, in precedenza aveva assunto l’incarico di referente della famiglia mafiosa di Santa Elisabetta nell’attesa che Francesco Fragapane tornasse in libertà. Quando il favarese venne «posato», pare, perché accusato di essersi intascato poche centinaia di euro estorti a un imprenditore, Daniele Fragapane, secondo l’accusa, venne richiamato a occuparsi della famiglia mafiosa restando anche dopo a disposizione della cosca e diventando il braccio destro del cugino nella gestione soprattutto del racket mafioso.
La Dda gli contesta – ma l’arresto è stato disposto solo per l’accusa di associazione mafiosa – di avere preso parte all’organizzazione di un tentativo di estorsione ai danni di un’impresa di Raffadali che stava realizzando un posteggio ad Alessandria. Il fatto sarebbe avvenuto nel 2015, il sistema sarebbe stato quello classico: sopra un mezzo in cantiere venne lasciata una bottiglia con del liquido infiammabile e quattro proiettili.