di Eugenio Cairone
Quanti giovani promesse per l’Akragas.
Tutti di scuole diverse: Roma, Milan, Torino, Juve, Atalanta.
Poi basta la squadra di Laaribi per creare lo scompiglio e un certo Rossini che riesce a guastare una festa a cui tutti credevano anche perché bisognava dimenticare Catania.
I ragazzi biancoazzurri ci stavano riuscendo a regalare ai tifosi la prima gioia della stagione e alla fine hanno ricevuto gli applausi per quello che sono riusciti a fare anche bene.
Sembrava potesse filare tutto liscio con in campo Longo, Salvemini, Saitta e Moreo, un metro e 90, un vero Gigante.
Invece siamo qui a registrare una sconfitta che non deve autorizzare contestazioni all’indirizzo di nessuno.
Perché l’Akragas stava vincendo poi, quasi per una brutta… abitudine si è lasciata raggiungere e trafiggere.
L’ultima volta che si erano incontrate le due squadre, il risultato era stato di parità. Oggi il pari sarebbe stato un risultato bugiardo per l’Akragas figurarsi la sconfitta.
Tra Catania e Rende l’Akragas, purtroppo, ha incassato ben 9 reti e non è solo questione di portiere.
E’ tutta la difesa, infatti, che deve recitare in fretta il Mea Culpa.
La tifoseria, però, deve mantenere la calma.
Non si può all’inizio del campionato “attaccare” la società e farlo poi in occasione di una partita dove l’Akragas non ha giocato per niente male.
Ha ragione Silvio Alessi a sentirsi “ferito” dalla contestazione che, è bene sottolinearlo comunque, è arrivata solo da un gruppo di tifosi.
Perché la maggioranza dei sostenitori ha applaudito i giovani biancoazzurri.
La sconfitta, insomma, brucia parecchio ma non deve fare perdere la testa.
Eugenio Cairone