Ricostruiamo gli ultimi sette mesi di passione bianco-azzurra
Chiediamo al Presidente Giavarini per cosa vorrà essere ricordato.
Caro presidente, nel calcio esistono almanacchi, libri, album, articoli di giornali. Nessuno si dimenticherà di lei.
DOMENICO VECCHIO
Era il 24 giugno del 2016 quando il presidente Marcello Giavarini, al culmine di una conferenza stampa, parlava della nuova stagione e del suo impegno economico. “Lavoreremo con i giovani in regime di fair play finanziario e reciteremo un ruolo da protagonista” .
Marcello Giavarini, per la gioia dei tifosi che lo avevano acclamato, annunciava il suo rinnovato impegno; al suo fianco l’altro presidente Silvio Alessi. Nessuno però si sarebbe aspettato un nuovo ripensamento.
Lavorare con i giovani, si sa, è una scommessa. I risultati così stentano ad arrivare e la squadra, nella prima parte di stagione, convince poco o nulla la tifoseria. Solito copione, pochi abbonati (gli abbonamenti si fanno con i nomi), poche (anche se nella media del girone) presenze allo stadio e alle prime sconfitte, arrivano i mugugni che poi diventano contestazioni plateali. Fatto normale nel mondo del calcio. Si sa, i tifosi oggi ti acclamano, domani ti contestano. Ma Giavarini non lo accetta, lui con il mondo del calcio ha poco o nulla da spartire e le contestazioni proprio non le regge.
Nascono i primi malumori ed è già tempo di rottura. La terra sotto l’Esseneto trema ancora. Giavarini annuncia di voler lasciare. “La squadra ha risorse per andare avanti fino a gennaio“, dopodichè si salvi chi può.
Giavarini annuncia poi di voler cedere le quote societarie:“si faccia avanti chi vuole bene a questa squadra” , ha detto.
E’ Giovanni Amico, Assessore allo sport al Comune di Agrigento e affezionato compagno di scuola del Ministro Angelino Alfano a rispondere all’appello.
L’Amministratore, che in passato è stato pure dirigente dell’Akragas, da tifoso e da rappresentante del governo cittadino, si attiva subito per contattare una cordata di imprenditori romani, gli stessi che volevano prendere l’Akragas dopo la promozione dalla D in Lega Pro. Allora però, arrivò Giavarini e i romani furono accantonati. L’interesse della cordata però, pare sia rimasta viva, così, dopo un primo contatto, Amico ha chiesto alla società, per conto dei romani, tutte le carte necessarie per avere un quadro chiaro. E’ il 28 novembre del 2016, il tempo stringe e l’Akragas tarda a fornire le carte. Amico sollecita e i libri contabili arriveranno qualche settimana dopo, ma non tutti, solo il 30% delle documentazioni richieste, secondo lo stesso Assessore.
Il 2017 così comincia peggio di come si era concluso l’anno precedente. La società vende Daniele Marino e Ciccio Salandria, due dei pezzi forti della squadra. Un sacrificio necessario per far fronte alle spese. Ma quando i giornalisti chiedono l’importo incassato per la loro cessione, l’Amministratore delegato Peppino Tirri glissa la domanda. Voci insistenti dicono di nuove cessioni e Silvio Alessi (apriti cielo), intervenendo in una trasmissione sportiva, parla di retrocessione come possibile soluzione ai problemi. Va bene, ci può stare, il problema è però che Alessi dice queste cose alla vigilia dello scontro salvezza di Reggio Calabria. Al Granillo la squadra non è tranquilla ed infatti la partita è decisa da episodi (errori imperdonabili) e l’Akragas cade contro un avversario non certo irresistibile.
Il nostro giornale evidenzia l’accaduto e lancia un appello al Sindaco di Agrigento Lillo Firetto (Mare forza sette ! (EDITORIALE) . “Il Sindaco, o chi per lui, vengano in soccorso, si adoperino per far sì che il sogno non svanisca troppo presto“.
Firetto convoca Peppino Tirri e chiede rassicurazioni su stadio, illuminazione e futuro societario. Appena poche ore dopo arriva il comunicato del Presidente Alessi che annuncia il totale disarmo. La Società cederà i pezzi migliori e darà spazio ai giovani per concludere il campionato. Era questo il modo “dignitoso” di cui aveva parlato Giavarini a giugno? E’ questo il modo di essere protagonisti?
La tifoseria non ci sta, ed il profilo Facebook di Giavarini è bersagliato da commenti.
Nel frattempo Alessi conferma, con un nuovo comunicato, di aver fornito solo le carte che erano in loro possesso. Chiarirà: “Abbiamo fatto avere ad Amico le carte ufficiali, quelle già depositate”. Insomma la trattativa con i romani non è mai decollata e Alessi e Giavarini ne hanno voluto il pretesto per mollare. E’ chiaro, fare calcio non è facile ed entrambi vanno sostenuti, aiutati, assistiti e non possono essere lasciati soli.
L’augurio, che in queste ore tutti si fanno, è che Giavarini insieme ad Alessi possano tornare sui loro passi. La stagione non è affatto compromessa e i margini per centrare la salvezza, anche attraverso i play out, ci sono ancora. Giavarini deve ricucire i rapporti con la tifoseria e gli basterebbe dire che si impegnerà ancora sino a fine stagione, perchè questo avvenga. Da qui a giugno, inoltre, si potrà intavolare la trattativa con i romani, che naturalmente sarebbero interessati, a patto che la squadra mantenga la Lega Pro. Del resto l’Akragas è della città, dei tifosi, ma è soprattutto di Giavarini. Il suo nome, al momento, è legato a risultati sportivi, ed allo stato attuale non sono certo brillanti. Il nome dell’attuale presidente, soprattutto nel mondo del calcio, oggi sarebbe associato a questo triste epilogo. Sta a lui decidere. Vuole essere ricordato come il presidente che ha salvato l’Akragas, un presidente da Lega Pro, o come colui che ha abbandonato la nave ? Presidente aspettiamo risposte. (DV)
L’INTERVISTA ANDATA IN ONDA SU TVA, IL 24 GIUGNO 2016.