La tentazione dei sindaci: dimettersi per candidarsi. Non è possibile, adesso c’è ineleggibilità.
”Nell’ipotesi di scioglimento anticipato delle Camere rispetto alla scadenza quinquennale, la causa di ineleggibilità fra la carica di Sindaco e quella di Deputato e Senatore non ha effetto se la funzione cessa entro i 7 giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di scioglimento delle Camere nella Gazzetta Ufficiale (T.U. 361, art.7, ultimo comma)”.
La legge prevede che per essere candidabili, i sindaci delle città sopra i 20mila abitanti (è il caso di Agrigento) avrebbero dovuto «cessare dalle loro funzioni almeno 180 giorni prima della data di scadenza naturale del quinquennio di durata del Parlamento», cioè tassativamente sei mesi prima della fine della legislatura, altrimenti tanti saluti a Montecitorio e Palazzo Madama. Siccome l’attuale legislatura avrà la sua scadenza naturale a marzo 2018, significa che i sindaci che aspirano ad un seggio dovevano dimettersi entro il 12 del mese di settembre (altri calcoli dicono il 14, comunque è questione di giorni). Non ci sarebbe stato l’obbligo nel caso in cui si fosse andati ad elezioni anticipate, a quel punto sarebbe bastato dimettersi entro sette giorni dal decreto che fissa le elezioni per candidarsi. Per risolvere la questione, avrebbe dovuto esserci un decreto “Salva Sindaci” che però non è stato più approvato.
Sfuma dunque la possibilità per il Sindaco di Agrigento Calogero Firetto (e di altri nelle sue condizioni) di valutare un’eventuale candidatura. Ma dove, a conti fatti, con strade sbarrate in altre coalizioni, l’unica possibile sarebbe stata quella del centrodestra (Forza Italia+Lega+Fratelli d’Italia+ altre liste di centrodestra), coalizione che, almeno stando ai sondaggi, riuscirebbe a superare anche il partito con il consenso più alto ovvero il Movimento 5 Stelle. Stando a quanto dichiarato dal leader nazionale di FI, Silvio Berlusconi, l’eventuale candidatura di Sindaci sarebbe stata però un’ipotesi da escludere, probabilmente anche per incentivare un “ricambio” tanto annunciato da più schieramenti. Una coalizione ad Agrigento rappresentata da Riccardo Gallo la cui posizione politica al momento sembra distante da Firetto. Gli scenari che verranno a delinearsi nei prossimi mesi però sono tutt’altro che chiari. In consiglio comunale attualmente la maggioranza traballa e Firetto ha in giunta rappresentanti di partiti o movimenti destinati a scomparire dalla scena politica di rilievo.
Elezioni politiche 2018, le date. La guida da oggi al voto
Attenzione, Gentiloni non è salito al Quirinale da dimissionario, ma resterà a Palazzo Chigi – con un mandato pieno – sino alle elezioni, con la possibilità di rimanere in carica in caso l’esito non producesse una maggioranza chiara. Sempre nella giornata di oggi è prevista la riunione del Consiglio dei ministri che varerà il decreto riguardante le nuove elezioni. Ecco allora, nella gallery del Quotidiano.Net un’ipotesi di percorso da qui sino alla data del voto.
Per conoscere i nomi dei candidati, bisognerà aspettare metà gennaio. C’è tempo per presentare liste e simboli sino a 42 giorni prima della data del voto che il consiglio dei ministri ha fissato per il 4 marzo.