Pirandello, successo per la prima de “Il divorzio dei compromessi sposi” ma Buccirosso si lamenta…
“Sembra di giocare una partita a porte chiuse“. Buccirosso si lamenta del pubblico del Pirandello. E’ da poco terminata la prima de “Il Divorzio dei Compromessi Sposi“, spettacolo liberamente tratto dal romanzo di Manzoni, scritto e diretto proprio da Carlo Buccirosso. Il pubblico ha riso tutto il tempo, si è divertito, ha applaudito, ma al napoletano non basta.
“Questo teatro è bellissimo – ha detto, mentre in platea stanno indossando i cappotti – fa venire voglia di recitare, ma non capisco se vi siete divertiti, ho sentito poco calore, c’è un grande impegno dietro questo spettacolo e questa gente merita di più“.
Non ha usato giri di parole l’artista napoletano, che deve la sua popolarità ai film di Vanzina. Il suo spettacolo al pubblico è piaciuto, è evidente. Ma Buccirosso non sa che la gente del Pirandello è notoriamente fredda. Ad Agrigento perfino allo stadio è così. Dicono che all’Esseneto, qualche volta, ci sia un pubblico da teatro, figurarsi al Pirandello. Qui raramente si è vista gente balzare sulla sedia ad applaudire. E’ una consuetudine. Ma lo spettacolo di Buccirosso è stato davvero piacevole. L’artista si presenta al Pirandello dopo una puntatina in pasticceria. Con lui il suo fidato beagle. Assaggiano i dolci siciliani. Buccirosso è già concentrato. A chi lo riconosce e lo saluta fa solo un cenno.
“Il divorzio dei compromessi sposi” con Rosalia Porcaro, narra la storia, in chiave ironica dei Promessi Sposi, trovando nei caratteri dei singoli personaggi, da Perpetua ad Agnese, da Don Rodrigo a don Abbondio, dai Bravi, all’Innominato, l’originale chiave di lettura satiro-farsesca.
Uno spettacolo da vedere, nonostante qualche tempo morto, attori bravi e coinvolgenti. Una commedia esilerante che a tratti sa essere varietà, con una scenografia gradevole e artisti capaci di reinterpretare con un’interessante parodia alcuni dei più grandi successi della canzone italiana e non. Un alternarsi di dialetti: dal napoletano al veneto, passando per toscano, calabrese e siciliano. Sorprendente, per chi non lo conoscesse nel ruolo di attore da teatro, Buccirosso. Decisamente meglio sul palco che al cinema. “Abbiamo riempito i teatri ovunque. Platee da 50 persone si sono fatte sentire come fossero in 200, qui siete almeno in 500 ma non vi ho sentito proprio“. Esclama con il suo consueto accento partenopeo. Si replica domenica 15 gennaio alle ore 17 e 30. Il pubblico agrigentino è avvisato, si faccia sentire . (DV)
Foto di Kalos Longo